Nelle zone terremotate abbiamo dovuto sviluppare dei nuovi sistemi di contabilizzazione delle quantità di rifiuti inerti da rimuovere e conferire presso impianti autorizzati per garantire la massima trasparenza in un attività dall’alto impatto sui costi pubblici.
Rifiuti inerti sono mischiati a materiali di altro tipo che hanno bisogno di seguire percorsi diversi. Lo scenario cui ci si trova di fronte in una località sconvolta da eventi naturali, tragici quanto improvvisi, rende davvero complicato anche solo capire da dove partire o cosa iniziare a sistemare dapprima.
Come riuscire a contabilizzare in “loco” le quantità di macerie rimosse, prodotte dalle demolizioni, spostate da un luogo all’altro, senza avere a disposizione di sistemi di cross-checking oltre a quanto caricato sui mezzi di trasporto?
Come garantire alla collettività l’impiego corretto di ogni euro dei fondi stanziati per il ripristino delle aree?
In un mondo dove la tecnologia e le soluzioni digitali sono ancora lontane anni luce abbiamo fatto una scelta che potrà impattare tutti i prossimi grandi cantieri: abbiamo utilizzato dei droni che dall’alto hanno eseguito delle scansioni dei livelli dei materiali accumulati sulle superfici, riproducendo dei modelli tridimensionali, potendo così tenere sotto controllo la variazione dei volumi delle macerie producendo giornalmente una contabilità aggiornata.
Più di 200.000 tonnellate di rifiuti, principalmente inerti, stimate da dover essere rimosse, sino ad oggi.
Il nostro atteggiamento è stato quello di mettere in campo delle soluzioni inedite, con il supporto delle tecnologie più avanzate per certificare ogni passo da noi compiuto e preservare le risorse messe a disposizione dalle istituzioni, facendo sì che venissero effettivamente impiegati e spesi per il giusto lavoro svolto a favore delle comunità locali.