Miscele Betonabili
Introduzione – La storia
Fino agli inizi degli anni ’90, le tradizionali tecniche di riempimento degli scavi realizzati in sede stradale per la posa di linee di pubblici servizi avevano evidenziato la frequente inadeguatezza delle metodiche di costipamento seguite.
A ciò facevano seguito frequenti episodi di cedimento differito dei riempimenti con inevitabili ammaloramenti degli strati di conglomerato bituminosi di finitura. Quanto sopra comportava il degrado delle infrastrutture interessate da tali lavori, il deterioramento precoce delle superfici di rotolamento con perdita progressiva del confort di marcia e, soprattutto, dell’esercizio in sicurezza della viabilità interessata.
Quest’ultimo aspetto aveva comportato l’aumento progressivo dei casi di incidentalità connessi alle cattive condizioni delle strade ed il conseguente proliferare di contenzioni e rivendicazioni da parte dei soggetti lesi.
A partire dal 1995, il Comune di Roma cominciò a studiare in modo organico le problematiche connesse ai programmi di implementazione delle reti di pubblici servizi che i gestori stavano predisponendo per rispondere alla domanda in termini di visitatori che sarebbe stata indotta dall’evento giubilare del 2000.
Allo scopo fu formata una commissione permanente tecnica composta da dirigenti dei servizi tecnici del Comune, delle società dei pubblici servizi e da rappresentanti del mondo imprenditoriale.
Tale commissione, in relazione alla pluralità dei soggetti membri ed alle specifiche competenze, rappresentava da un lato le esigenze operativo-funzionali connesse alla messa in opera dei servizi tecnologici e delle opere civili a loro servizio, dall’altro era espressione delle risorse disponibili sul territorio in termini di materiali, tecniche, risorse umane e strumentali disponibili sul territorio
Le posizioni maturate nel corso dei lavori della commissione finirono per convergere verso la opportunità di impiegare, nei riempimenti degli scavi, materiali preventivamente testati presso un organismo universitario che garantissero nel contempo la rapidità di messa in opera, la durabilità, le opportune caratteristiche di resistenza meccanica e la facilità di rimozione dagli scavi nel caso di interventi differiti.
Al fine di individuare una miscela rispondente alle specifiche individuate dalla Pubblica Amministrazione, il CO.MA.PO. s.c.a.r.I., diede avvio ad un rigoroso studio sperimentale presso l’Università di Roma “LA SAPIENZA” – Dipartimento di Idraulica, Trasporti e Strade, con il coordinamento dei tecnici del il Laboratorio Materiali Stradali.
La miscela definita nel corso di questo studio di laboratorio venne proposta dalla COMAPO all’Ufficio Speciale per il Sottosuolo e la Manutenzione Programmata del Comune di Roma e, unitamente a prodotti di altre imprese, fu oggetto di positiva sperimentazione su scala reale su cantieri pilota messi a disposizione da enti gestori dei PP.SS.. Queste verifiche sul campo vennero effettuate alla presenza di dirigenti dell’Ufficio Speciale per il Sottosuolo e la Manutenzione Programmata del Comune di Roma, del Dipartimento Strade dell’Università di Roma “LA SAPIENZA , dei gestori dei PP.SS. e di rappresentanti delle Associazioni di categoria di Imprese (circolare del Comune di Roma Dipartimento XII prot. 7067 del 09 febbraio 1998).
I campi di applicazione del DUREMIX®
Riempimenti di scavi realizzati per la posa di pubblici servizi, ecc..
Riempimenti fluidi di voragini, cunicoli o cavità difficilmente accessibili, serbatoi, gallerie dimesse.
Realizzazione di sottofondazioni rimovibili per isolare le zone archeologiche da nuove costruzioni.
Realizzazione di massetti di sottofondo ed isolanti, livellamento di sottofondazioni.
Sottofondazioni di lavori stradali.
Generalmente per tutti i lavori che richiedano un riempimento omogeneo, stabile, a resistenza controllata e non soggetto a fenomeni di ritiro o di assestamento differito.
I vantaggi nell’utilizzo del DUREMIX®
E’ una miscela fluida autolivellante che colma facilmente gli eventuali sgrottamenti dello scavo e non necessita di alcuna azione di compattazione dopo il getto in opera.
L’elevata velocità operativa all’atto della sua messa in opera consente la riduzione dell’impatto dei mezzi d’opera sul traffico e dei tempi di chiusura degli scavi con conseguente riduzione dei costi nell’esecuzione dei lavori.
Contestualmente allo scarico nello scavo si presta ad una rapida operazione di regolarizzazione della superficie di getto che diviene regolare piano di posa quotato per lo strato di conglomerato bituminoso di finitura.
La capacità portante per il transito dei mezzi d’opera è assicurato già dopo 24 ore dal getto in dipendenza dalle condizioni atmosferiche e dalla modulabilità di opportuni additivi del cemento.
E’ modulabile come livello di resistenza desiderata, è stabile nel tempo, non da luogo a cedimenti nella sede stradale dove è stato utilizzato.
Resiste alle azioni erosive di acque eventualmente presenti nel sottosuolo, a differenza di quanto può succedere impiegando inerti o terre non legate.
E’ escavabile con mezzi manuali od escavatori, senza necessità di ricorrere a martelli demolitori.